Sartoria Teatrale Bianchi – Milano
Sartoria teatrale Bianchi, un laboratorio post Belle Epoque, da 75 anni protagonista del Teatro (prosa – lirica – operetta – commedia musicale) del Cinema, della Televisione e della Pubblicità.
Nasce negli anni ‘20 come prosecuzione dell’allora notissima (e forse unica a quell’epoca) Sartoria CARAMBA, della quale continua la tradizione, la serietà e la meticolosa ricerca dei modelli e dei tessuti che facesse sembrare quasi originale l’abbigliamento delle epoche passate. Tale modo di condurre l’azienda è andato avanti per i tre quarti di secolo trascorsi e continua tutt’oggi.
Nei successivi quarant’anni si confezionano, per i maggiori teatri italiani ed esteri, circa sei mila costumi che, con i tre mila circa in seguito confezionati, costituiscono l’attuale patrimonio della Sartoria.
Gli anni ’60 hanno visto la Sartoria Teatrale Bianchi impegnata nella produzione, per conto della Rai dei costumi per “La Freccia Nera” – “Matilde di Canossa” – “I Viaggi di Gulliver” – “Turandot”. Quest’ultimo lavoro, realizzato in collaborazione con lo scenografo Mischa Scandella, impegnò la sartoria per quasi un anno, in seguito i suddetti costumi sono stati richiesti dalla Fenice di Venezia, dal San Carlo di Napoli, dal Comunale di Bologna e dal Regio di Torino.
Nella seconda metà degli anni ’60 inizia la collaborazione con il Teatro Verdi di Trieste per il Festival delle Operette. Vengono confezionati oltre duemila costumi per le Operette “Al Cavallino Bianco” – “Il Paese dei Campanelli” – “La Donna Perduta” – “Ballo al Savoy” – “La Vedova Allegra” – “Rose Mary” – “La Danza delle Libellule” – “La Principessa della Czardas” – e tante altre.
Ancora negli anni ’60, con l’espandersi del mezzo televisivo e in concomitanza con il Boom economico, la pubblicità fa un enorme balzo in avanti sia quantitativamente che qualitativamente, specialmente con gli spot televisivi il 90% dei quali erano in costume; chi non ricorda il mitico Carosello ?
All’inizio degli anni ‘70 ci vengono commissionati dalla Rai i costumi (stile ‘700 veneziano) per le riprese che sarebbero servite da esperimento per la televisione a colori, e che in seguito ha determinato la scelta del sistema PAL rispetto al SECAM.
Dalla seconda metà degli anni ’70 e negli anni ’80 si sentono gli effetti della crisi economica; rallentano, e in qualche caso cessano le richieste particolari o di grosse forniture di costumi nuovi in vendita, ma la sartoria, forte degli oltre novemila costumi di repertorio, riusce a far fronte a qualsiasi richiesta e a superare così questi anni bui.
All’inizio degli anni ’90 si nota un certo risveglio e ricominciano le richieste di forniture importanti in tutti i campi. Alla Sartoria teatrale Bianchi vengono commissionati da varie parti, specie dalla Toscana, costumi in vendita del ‘300 e del ‘400 (appositamente confezionati) per sfilate storiche e società di sbandieratori.
E’ piacevole ricordare che i locali della sartoria sono stati utilizzati per girare alcuni spot pubblicitari, diversi video di cantanti famosi e la sigla di chiusura di una edizione di Canzonissima con Pippo Baudo.